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Il viaggio del papa in Turchia e Libano
Papa Leone ha raccolto il desiderio di Papa Bergoglio, andando per la sua prima visita pastorale in Turchia e in Libano. Lo abbiamo visto e seguito in questi giorni. Papa Leone XIV ha incontrato due situazioni completamente diverse.
Ma è forse in Turchia che il viaggio apostolico ha presentato le maggiori aspettative. La Turchia di oggi è quella del dopo golpe del 2016. Da allora pare che Erdogan abbia avviato una nuova politica più repressiva e tesa a comprimere le libertà di espressione.
Papa Leone non è andato in Turchia per parlare di politica, bensì per avviare una collaborazione sinodale con le Chiese sorelle presenti in quel territorio. Convinto che il dialogo tra le Chiese è capace di dare testimonianza di riconciliazione e di pace.
L’occasione è stata la ricorrenza dei 1700 anni del primo concilio tenuto a Nicea (antica città della Turchia); ma non è nello stile di papa Leone mettere l’accento su una celebrazione commemorativa della proclamazione del Credo così come lo recitiamo la domenica alle S. Messe.
Secondo quella stupenda intuizione di Papa Francesco nella “Evangeli gaudium” noi non siamo chiamati a occupare spazi, ma ad avviare processi e in Turchia i processi da avviare riguardano il dialogo interreligioso incoraggiando le Chiese locali a farsi carico della dimensione comunitaria del credere, cosa non facile in un contesto che non favorisce la professione aperta e limpida dell’appartenenza al cristianesimo.
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